Accensione: come funziona nei sistemi elettronici

Analizziamo la cosiddetta accensione nei sistemi elettronici, e nello specifico le due principali tipologie di accensione di tali sistemi: la IDI e la CDI.

L’accensione può essere anche elettronica e in questo caso integra anche il limitatore di giri, questo tipo d’accensione sono breakerless dato che ma utilizzano una curva sinusoide del generatore elettrico per l’alimentazione e non un ruttore meccanico.

Come funziona?

Le centraline dell’accensione elettrica, sono capaci di variare la fasatura d’accensione attraverso alcuni circuiti che possono modificare i segnali d’ingresso utilizzando alcuni filtri e circuiti, ma senza cambiare il loro stato di segnale analogico in digitale, il circuito di scarica s’aziona solo in determinate situazioni/valori del segnale e così si variano i tempi di scarica.

La corrente alternata rappresenta la prima alimentazione di questo circuito ed è dotata di un sistema di protezione da sovratensioni. Difatti in caso di fonte a corrente continua, questa viene convertita in alternata tramite un convertitore DC-AC e in questo caso non vi è bisogno del dispositivo di protezione; inoltre queste centraline a seconda del sistema di scarica hanno alcune peculiarità.

Accensione IDI

La tipologia induttiva IDI risulta essere la tipologia più utilizzata dalla maggior parte dei sistemi di accensione per auto. La tipologia induttiva IDI si basa sull’induttanza elettrica della bobina per la produzione di energia elettrica ad alta tensione per le candele, generalmente si utilizza solo una bobina d’accensione e quindi va utilizzata assieme al distributore.

Una tipica centralina IDI funge da circuito di scarica dell’avvolgimento primario della bobina può essere messa in carica tramite l’alternatore, per cui si ha un circuito di carica per l’avvolgimento della bobina, che vincola il flusso di corrente elettrica per la carica dell’avvolgimento primario dove il raddrizzatore impedisce che quest’ultimo di scaricarsi prima del punto d’accensione e la batteria per cui non c’è bisogno di nessun accorgimento per la carica della bobina.

Quando la centralina mette in scarica l’avvolgimento primario, la corrente è libera d’andarsene dall’avvolgimento primario della bobina, in modo da generare un campo magnetico, che coinvolge l’avvolgimento secondario, il quale essendo munito di più spire, produce una tensione di molto maggiore rispetto all’avvolgimento primario, che serve per generare la scintilla ai capi dei elettrodi della candela.

Accensione CDI

Per quanto riguarda i motoveicoli la maggior parte dei sistemi di accensione utilizzano i sistemi d’accensione capacitativo CDI, sigla che deriva dall’inglese capacitative discarge ignition, strutturati sul rapido trasferimento della corrente tra condensatore e induttore.

Più precisamente una comune centralina CDI accumulano l’energia per la scintilla in un condensatore all’interno della stessa il quale viene caricato tramite un circuito di carica e al momento della scarica, s’arresta il funzionamento del circuito di carica e il condensatore scarica rapidamente la corrente accumulata alla bobina d’accensione, che aumenta la tensione da 400-600 V del condensatore a valori vicini a 40 kV dell’avvolgimento secondario (della bobina d’accensione) per la scintilla della candela.

Tutto ciò permette una maggiore facilità dell’accensione e maggiore velocità della stessa, grazie ai ridotti tempi di risposta. Per un risultato complessivo atto a migliorare le prestazioni del motore, specialmente sotto elevati regimi di rotazione.

Scritto da Gaetano Lagattolla
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