Xavi Serra guida la transizione di Cupra verso la mobilità elettrica nel mondo del motorsport, promuovendo innovazione e sostenibilità nel settore automobilistico.
Xavi Serra, ingegnere catalano con un ricco bagaglio di esperienze nel mondo delle corse, è attualmente alla guida di Cupra Racing.
Con una carriera che lo ha visto conquistare titoli mondiali nel WTCC e affermarsi nel WTCR, Serra ha abbracciato con entusiasmo la sfida dell’elettrificazione nel motorsport. Oggi, il suo obiettivo è chiaro: portare il marchio spagnolo al vertice del campionato di Formula E, mantenendo quell’innovazione e stile che hanno caratterizzato il brand.
In un contesto in cui le auto elettriche stanno diventando sempre più popolari, Cupra si prepara a lanciare la Raval, una citycar elettrica che punta a unire prestazioni elevate e accessibilità.
Mentre si prepara per il 2026, il marchio continua a dimostrare il suo impegno nelle competizioni, un aspetto fondamentale del suo dna sportivo.
Con l’arrivo di nuovi talenti come Pepe Martí, che ha una solida esperienza in Formula 4, F3 e F2, vi è attenzione sulle difficoltà che un pilota può incontrare nell’adattarsi alle corse elettriche. Serra spiega che, in realtà, le differenze non sono poi così marcate: “Una monoposto elettrica ha sempre quattro ruote, un volante e pneumatici che richiedono di essere scaldati.
La frenata è diversa, perché è gestita elettricamente, ma i piloti si abituano rapidamente. La vera sfida è la gestione dell’energia durante la gara, dove è necessario recuperare fino al 40% dell’energia consumata, mentre si compete con gli avversari. Questo aspetto richiede preparazione, simulazioni e un forte lavoro di squadra per diventare competitivi”.
Se gli venisse data l’opportunità di portare un modello stradale di Cupra in pista, Serra non avrebbe dubbi: “Sceglierei senza esitazione la Cupra Born VZ.
È un’auto divertente, veloce e ben bilanciata, capace di regalare emozioni anche su un circuito”.
Un tema ricorrente è il modo in cui il motorsport influenzi la mobilità urbana. Serra chiarisce che, generalmente, è il motorsport a precedere la strada: “Le competizioni hanno obiettivi diversi; nel nostro caso, vogliamo massimizzare le prestazioni delle batterie, senza preoccuparci della loro durata o garanzia. L’efficienza è la priorità.
Certo, alcune tecnologie robuste dalle auto di serie vengono trasferite anche nelle corse, ma la direzione principale è sempre quella di portare innovazione dalla pista alla strada”.
La sostenibilità sta diventando un elemento cruciale nel motorsport. “Molto di ciò che sviluppiamo in pista è applicabile alla mobilità quotidiana”, afferma Serra. “Personalmente, guido una Cupra Tavascan, che offre tre modalità di recupero dell’energia attivabili tramite palette al volante.
In città, è quasi un gioco cercare di massimizzare l’efficienza, ma è anche un modo concreto per risparmiare energia. Inoltre, stiamo lavorando molto sulla logistica, cercando di ridurre i test in pista, l’uso di gomme e freni, e i trasporti. Questo approccio ‘less is more’ è applicabile anche alla mobilità reale”.
Serra sottolinea che nonostante le differenze tra Formula 1 e Formula E, ci sono insegnamenti che possono essere scambiati.
“La Formula 1 si concentra sulla potenza e sulle prestazioni estreme, mentre la Formula E è focalizzata sull’efficienza. Un motore a combustione interna ha un’efficienza massima che si aggira attorno al 40%, mentre un motore elettrico può superare il 90%. Per dare un’idea, due giri di una monoposto di Formula 1 consumano quanto un’intera gara di Formula E. È un approccio diverso, ma entrambi i mondi sono affascinanti”.