L'industria automobilistica italiana si trova ad affrontare sfide notevoli a causa della crisi che coinvolge Stellantis.
La situazione del gruppo Stellantis in Italia sta diventando sempre più critica, sollevando preoccupazioni riguardo alla stabilità dei posti di lavoro per migliaia di dipendenti.
Con il calo della produzione e le vendite in discesa, è fondamentale esaminare i fattori che contribuiscono a questa crisi e le sue conseguenze.
Nel panorama automobilistico italiano, Stellantis è l’unico grande produttore, escludendo le case automobilistiche di alta gamma come Ferrari e Lamborghini. La predominanza di questa multinazionale olandese ha portato a un drastico ridimensionamento della produzione, con previsioni che indicano una chiusura nel 2025 con meno di 400.000 veicoli assemblati nel nostro paese.
Analizzando i dati più recenti, emerge un quadro preoccupante. Nel primo semestre del 2025, gli stabilimenti italiani di Stellantis hanno registrato un significativo calo nella produzione rispetto all’anno precedente, già chiuso al di sotto delle aspettative. Questo trend negativo ha portato a una drammatica perdita di posti di lavoro nel settore automobilistico, con migliaia di dipendenti colpiti.
Nel corso degli anni, Stellantis ha affrontato momenti di alta tensione con il governo italiano. Sotto la direzione di Carlos Tavares, le relazioni si erano inasprite, ma con l’arrivo di Antonio Filosa come nuovo CEO, si spera in un cambio di rotta. Tuttavia, la situazione rimane delicata e richiede un intervento urgente per salvaguardare i posti di lavoro e la produzione.
La presenza di Stellantis in Italia è sempre più esigua, complicata da un calo delle vendite e dalla volontà di trasferire investimenti all’estero.
Secondo uno studio condotto dai sindacati, dal 2020 al 2024, l’occupazione è scesa drammaticamente, passando da 37.288 a 27.632 dipendenti. Questo significa che circa 9.600 lavoratori hanno perso il proprio posto in un periodo in cui il gruppo ha cercato di ristrutturarsi.
Il gigante Stellantis è nato nel gennaio 2021 grazie alla fusione tra FCA e PSA, ma i risultati attesi non sono stati raggiunti.
L’industria automobilistica italiana, già alle prese con sfide significative, ha subito un contraccolpo che ha comportato la perdita di 9.656 posti di lavoro. Anche le vendite e la produzione sono diminuite drasticamente, con centinaia di migliaia di veicoli in meno assemblati ogni anno.
È essenziale trovare soluzioni efficaci per invertire questa tendenza negativa. La speranza è che il tanto atteso Piano Italia possa finalmente portare a risultati positivi per il settore e per i lavoratori, ridando fiducia a un’industria in crisi.