La pausa della MotoE solleva domande sul futuro del motociclismo elettrico. È solo un capitolo chiuso o un nuovo inizio?
La MotoE, il campionato mondiale dedicato alle moto elettriche, ha deciso di interrompere la propria attività dopo sette anni di tentativi.
Questa scelta solleva interrogativi sul futuro delle corse motociclistiche e sull’interesse degli appassionati per le moto elettriche. L’articolo analizza le motivazioni dietro questa decisione e le prospettive per il futuro delle due ruote elettriche.
Il campionato MotoE è stato lanciato nel 2019 con l’intento di rappresentare il futuro delle corse motociclistiche. Tuttavia, dopo sette stagioni, la Dorna e la FIM hanno riconosciuto che l’interesse del pubblico non è mai decollato come sperato.
Nonostante gare emozionanti e piloti di talento, il pubblico non si è affezionato a questa nuova realtà. Il rombo dei motori a combustione è difficile da sostituire per i veri appassionati del motociclismo.
Il problema principale risiede nel fatto che le moto elettriche ad alte prestazioni non hanno seguito le aspettative del mercato. Invece di investire in prototipi a batteria, l’industria ha preferito puntare su motori a combustione più efficienti e carburanti sintetici, considerati una risposta pragmatica alle esigenze attuali.
La MotoE non è riuscita a offrire l’emozione che molti cercavano.
Nonostante la sospensione della MotoE, la MotoGP guarda al futuro con ottimismo. A partire dal 2024, tutti i motori utilizzeranno almeno il 40% di carburanti non fossili, con l’obiettivo di raggiungere il 100% entro il 2027. Questa è una risposta concreta a chi richiede uno sport più sostenibile, mantenendo la velocità e lo spettacolo tipici delle competizioni motociclistiche.
In questo contesto, la MotoE ha rappresentato un capitolo interessante, ma non in linea con le attuali esigenze di mercato. La Dorna ha lasciato aperta la possibilità di una rinascita nel caso in cui le moto elettriche tornassero a essere centrali. La sospensione della MotoE è una delusione per molti appassionati, ma sottolinea che l’innovazione deve essere accompagnata da un pubblico pronto a sostenerla e da un’industria disposta a investire.
Tra i protagonisti del progetto MotoE, Ducati non intende fermarsi. Nonostante la pausa del campionato, il lavoro sulla V21L, la moto elettrica sviluppata per la serie, ha contribuito a creare un patrimonio di conoscenze preziose per il futuro.
Dopo tre anni di test e gare con 18 piloti, l’azienda ha raccolto una grande quantità di dati, affinando le competenze nella tecnologia delle batterie. I progressi sono stati significativi; per esempio, l’evoluzione delle celle ha permesso di ridurre il peso del pacco batterie di ben 8,2 chili.
Tuttavia, questo non è ancora sufficiente per raggiungere le performance delle moto tradizionali.
Ducati continuerà a collaborare con il Gruppo Volkswagen per esplorare nuove soluzioni, come le batterie allo stato solido. Recentemente, è stato presentato un prototipo all’IAA Mobility di Monaco, dotato di accumulatori sviluppati da QuantumScape e Audi, rappresentando un passo verso tecnologie più leggere ed efficienti. La MotoE si ferma, ma la ricerca di Ducati continua.