Diciamoci la verità: la sostenibilità è una buzzword, ma cosa c'è dietro?
Diciamoci la verità: parlare di sostenibilità ambientale è diventato un modo per sentirsi bene con se stessi senza affrontare le vere problematiche.
Il re è nudo, e ve lo dico io: la maggior parte delle iniziative che si spacciano per “verdi” sono più una questione di marketing che di reale impatto positivo sul pianeta.
Secondo un rapporto dell’ONU, le emissioni di gas serra sono aumentate del 60% dal 1990 al 2020, nonostante i continui appelli alla sostenibilità. Non solo: il 90% della plastica prodotta dal 1950 è ancora in circolazione, e solo il 9% è stato riciclato.
Questi dati evidenziano che le azioni intraprese non stanno avendo l’impatto desiderato.
Le politiche di sostenibilità attuali spesso ignorano la realtà dei fatti. Le aziende investono in campagne pubblicitarie per apparire verdi, ma non modificano realmente i loro processi produttivi. La greenwashing è diventata una pratica comune, e i consumatori, purtroppo, abboccano. Ogni volta che si acquista un prodotto “eco-friendly”, si tende a sentirsi buoni cittadini, ma pochi si interrogano su cosa ci sia realmente dietro la confezione.
La sostenibilità non è solo una questione di scelte individuali, ma richiede un cambiamento sistemico e una responsabilità collettiva. È necessario smettere di illudersi e iniziare a chiedere conto a chi governa e a chi produce. Le buone intenzioni non bastano: servono azioni concrete.
È fondamentale riflettere su come ognuno possa contribuire a un futuro sostenibile. La vera sostenibilità inizia con il pensiero critico e la disponibilità a esaminare le scelte quotidiane, anche quando queste possono risultare scomode.
Affrontare le verità scomode è essenziale per un cambiamento significativo.