MotoGp: i piloti possono correre anche senza patente?

In MotoGP vediamo fuoriclasse delle due ruote capaci di guidare bolidi velocissimi. Eppure, molti di loro non possono condurre vetture in strada.

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La MotoGP è una delle competizioni motoristiche più affascinanti al mondo.

Si tratta di un campionato estremo, pericoloso, dove si cavalcano bolidi tanto potenti quanto veloci. In ambito Motorsport, probabilmente soltanto la F1 riscuote maggior successo ma non sono pochi gli appassionati che preferiscono la spettacolarità del talento puro e i sorpassi delle due ruote rispetto alla tattica di una gara tra monoposto.

La MotoGP è un palcoscenico per campioni e vede abitualmente tra le sue fila i migliori motociclisti al mondo.

Perciò diamo per scontato che tutti gli atleti saranno sicuramente anche ottimi centauri in strada. O forse no.

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Patente per le moto, non tutti hanno fretta di possederla

Per paradossale che possa sembrare a ogni profano della MotoGP, in realtà molti piloti che si sfidano a velocità elevatissime ottengono la patente per condurre moto in strada molto tardi o, talvolta, neppure lo fanno mai.

Patentati tardivi

Vi sono esempi di piloti affermati che hanno acquisito il permesso di circolare su strada molto tardi. Uno è il campionissimo Marc Marquez, 8 volte campione del mondo che può guidare una moto su strada soltanto da quando è divenuto ventiseienne, in quanto prima non aveva mai sostenuto le prove.

Il suo connazionale Jorge Lorenzo si è comportato in maniera molto simile, acquisendo il nulla osta per guidare una due ruote a 25 anni.

Il portoghese Miguel Oliveira, pilota della KTM in MotoGP, ha affrontato la prova scritta e quella pratica soltanto l’anno scorso, a 26 anni.

E l’italiano Danilo Petrucci? Anche lui non ha avuto alcuna fretta, superando l’esame sulla soglia dei 29 anni. Prima di tale età, non gli era concesso circolare in strada. È possibile infatti correre all’interno del cosiddetto circus senza essere autorizzati alla conduzione della moto.

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MotoGP e guida civile

Sembrerà strano a chiunque non sia abituato a condurre una due ruote da MotoGP – dunque tutti tranne un ristretto numero di piloti e collaudatori – ma vi sono molte differenze tra i due modi di guidare.

Per dirla con le parole di Oliveira:

“Il mio modo di guidare una moto e quello dei miei colleghi nel campionato mondiale è decisamente diverso da ciò che richiede il codice della strada!”

Secondo il talento iberico non sarebbe affatto semplice guidare con la proverbiale prudenza per chi è abituato ad andare a manetta da quando è bambino. Diversi piloti della MotoGP, negli ultimi anni, hanno voluto sottolineare questo aspetto.

Forse qualche lettore sorriderà ma per un atleta di questo tipo, è più pericoloso portare un mezzo cosiddetto normale che un bolide da pista!