La spider in questione è ovviamente a due posti con carrozzeria in alluminio ed è stata rigorosamente costruita per le corse dalla casa del cavallino rampante tra il 1957 e il 1958.
La distribuzione presentava un doppio albero a camme in testa con due valvole per ciascun cilindro, mentre i carburatori erano ben sei della ditta costruttrice Weber. Quattro spinterogeni favorivano l’accensione (che era doppia), la frizione era con più dischi (cosiddetta a multidisco).
Gli ammortizzatori erano idraulici e lo schema sospensivo presentava un anteriore con quadrilateri trasversali indipendenti, con molle elicoidali e una barra per limitare al massimo il rollio, mentre il Ponte De Dion (utilizzato poiu anche su alcune Alfa Romeo in futuro), interessavano il posteriore con anche una balestra trasversale.
La Ferrari Scagliatti Spider di cui si sta parlando è passata anche alla storia per un episodio fortemente spiacevole: durante la Mille Miglia del 1957, sul rettilineo della strada che conduce da Brescia a Mantova, nei pressi di Guidizzolo, lo scoppio di una gomma fece sbandare l’auto scaraventandola in un fossato e travolgendo diversi spettatori.
Nello stesso anno l’auto arrivò alla vittoria più importante nel Gran Premio del Venezuela, oltre a stabilire il giro più veloce della famosissima 24 Ore di Le Mans, con la media di ben 192 kmh. Sempre in Venezuela la Ferrari Scaglietti Spider 315 S vinse la 1000 km, davanti alla sorella e stabilendo una doppietta storica per la casa di Maranello e incamerando punto fondamentali per il titolo del mondiale costruttori, vinto proprio dalla Ferrari.
Il passato nelle competizioni di questo bolide del 1957 è stato comunque glorioso non soltanto in termini di risultati sportivi, ma anche dal punto di vista della guida, dato che al volante di essa si sono accomodati piloti importanti e decisivi, come ad esempio Stirling Moss e Peter Collins.