I carburanti sintetici salveranno il motore a combustione?

Dobbiamo davvero crederci o i limiti di questa tecnologia sono troppo grandi?

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Prodotti da idrogeno e CO2, i carburanti sintetici sono un’alternativa ecologicamente più interessante alla benzina e al diesel, evitando i vincoli di utilizzo associati all’elettrificazione.

Nessun tempo di ricarica, un modo di utilizzo simile a quello che già conosciamo, prestazioni identiche in estate e in inverno. Sono sufficienti per conquistare i difensori del motore a combustione interna, che potrebbero forse resistere per un po’ se queste miscele sintetiche si diffondessero maggiormente.

Soprattutto perché il processo non è nuovo, dato che era già utilizzato durante la seconda guerra mondiale. Ma dobbiamo davvero crederci o i limiti di questa tecnologia sono troppo grandi?

Carburanti sintetici: ragioni per credere

I carburanti sintetici sono compatibili con i motori a combustione interna esistenti, anche vecchi, e con le stazioni di servizio di oggi. La loro disponibilità su larga scala è quindi semplice e non genera molte infrastrutture che sono fonte di emissioni. La loro composizione chimica controllata permette di ridurre le emissioni di scarico inquinanti (particelle, NOx, ecc.) di circa il 50%.

Ci sono 250 milioni di auto in Europa, e più di un miliardo in tutto il mondo, che non saranno sostituite da un giorno all’altro dalle auto elettriche.

I combustibili sintetici ridurrebbero la loro impronta di carbonio. Poiché circa il 70% dell’elettricità mondiale è generata da combustibili fossili, le auto elettriche sono ben lontane dall’essere neutre in termini di CO2.

I combustibili sintetici – come l’idrogeno – sono un mezzo per immagazzinare l’elettricità verde. La produzione di quest’ultima è intermittente per natura, e talvolta abbondante in regioni dove i consumatori non sono necessariamente presenti (Cile per l’energia eolica, Arabia Saudita per l’energia solare, ecc.). Ad ogni modo, aziende come Ineos Grenadier, hanno annunciato un investimento di due miliardi di euro nell’idrogeno decarbonizzato.

Gli ostacoli al loro sviluppo

Il processo Fischer-Tropsch è ad alta intensità energetica, richiedendo una temperatura tra 200 e 850°C e una pressione da 10 a 35 bar a seconda del catalizzatore utilizzato. Gli specialisti stimano che produrre carburante sintetico è da due a tre volte più dispendioso di energia che mettere l’elettricità in un veicolo elettrico. Inoltre:

  • Non sono totalmente neutrali in termini di emissioni (NOx, particelle, ecc.)
  • Gli investimenti sono molto alti per le unità di produzione e i volumi di produzione necessari.

  • Il costo di produzione è più alto che con i combustibili fossili.
  • Il calendario è stretto, date le ipotesi di un divieto dei veicoli a combustione nel 2035.

Conclusioni

Visto l’uso estremamente ampio che si potrebbe fare di questi combustibili sintetici (trasporto stradale, marittimo e aereo), senza mettere in discussione né la flotta mondiale esistente né la rete di distribuzione di questa energia liquida, la cui densità energetica non ha rivali, i responsabili europei farebbero bene a interessarsi.

Perché in combinazione con l’energia elettrica, che ha un vantaggio reale in termini di inquinamento locale, una buona parte della mobilità pulita del futuro potrebbe essere trovata lì!