Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha recentemente completato un censimento degli autovelox autorizzati in Italia, portando alla luce una mappa dettagliata che conta un totale di 3.625 dispositivi. Questo aggiornamento è di fondamentale importanza per gli automobilisti, poiché offre loro la possibilità di conoscere la posizione e la validità degli strumenti di rilevazione della velocità sul territorio nazionale.
Fino a una data stabilita, le amministrazioni locali avevano l’obbligo di registrare i propri dispositivi sul sito del ministero. Ogni autovelox doveva essere corredato da informazioni dettagliate, come marca, modello, matricola e collocazione geografica, permettendo così una maggiore trasparenza e chiarezza per i cittadini.
Dettagli sugli autovelox autorizzati
Secondo i dati forniti dall’Associazione sostenitori e amici della Polizia Stradale (ASAPS), dei 3.625 autovelox censiti, ben 3.038 sono gestiti da polizie locali e provinciali. Le città più attive in questo senso sono Milano, con 134 dispositivi, seguita da Torino e Roma, che ne contano rispettivamente 116 e 115. Al contrario, Napoli risulta la città con il minor numero di autovelox autorizzati, fermandosi a sole 8 unità.
Gestione e responsabilità
La maggior parte degli autovelox, circa 586, è sotto il controllo della Polizia Stradale, inclusi i dispositivi più avanzati come il Tutor 3.0. I Carabinieri, invece, hanno registrato un solo strumento. Questa distribuzione evidenzia la centralità della Polizia Stradale nella gestione della sicurezza stradale e nel monitoraggio della velocità.
Cosa fare in caso di multa
Se si riceve una multa emessa da un autovelox, è fondamentale verificare se il dispositivo è presente nell’elenco ufficiale fornito dal ministero. Questo elenco è consultabile direttamente sul portale istituzionale, dove gli automobilisti possono facilmente controllare la validità della multa. Se il dispositivo non risulta censito, la sanzione può essere contestata, poiché non conforme alle normative vigenti.
Il tema dell’omologazione
Un altro punto cruciale riguarda l’omologazione degli autovelox. Secondo una sentenza della Corte di Cassazione, è necessario che il dispositivo da cui proviene la multa sia omologato per essere considerato valido. La differenza tra approvazione e omologazione è stata oggetto di dibattito, con il ministero che ha cercato di chiarire le procedure, sebbene molte questioni rimangano irrisolte.
In particolare, la circolare ministeriale ha indicato ai prefetti di rigettare i ricorsi basati sulla mancanza di omologazione, ma molti legali consigliano agli automobilisti di presentare comunque un ricorso. Questo perché la sentenza della Cassazione ha un valore giuridico più forte rispetto alla semplice circolare, che ha un carattere amministrativo.
In conclusione, la nuova mappa degli autovelox autorizzati rappresenta un passo importante verso una maggiore trasparenza e sicurezza sulle strade italiane. Conoscere la posizione di questi dispositivi e le regole che li riguardano è essenziale per tutti gli automobilisti.




