È ufficiale: la Dolomiti Superbike, una delle competizioni di mountain bike più attese, ha annunciato la sua chiusura. Un evento che, per ben trent’anni, ha rappresentato un punto di riferimento per gli appassionati delle ruote grasse, ora non avrà più luogo. La notizia ha colto di sorpresa molti e solleva interrogativi importanti sul futuro delle manifestazioni ciclistiche.
Le dichiarazioni degli organizzatori
Kurt Ploner, responsabile dell’organizzazione, ha espresso il suo rammarico: “Dopo tre decenni di successi, ci troviamo costretti a chiudere i battenti. Non possiamo fare a meno di ringraziare i biker per il loro supporto, ma i costi sempre più elevati ci hanno portato a prendere questa difficile decisione.” Questa situazione evidenzia le sfide crescenti che affrontano gli eventi sportivi, in particolare nel campo della mountain bike.
Costi di organizzazione e partecipazione
Uno degli aspetti più critici è rappresentato dai costi di gestione. La Dolomiti Superbike ha un limite di partecipazione fissato a 3.500 iscritti, ma negli ultimi anni ha registrato circa 2.500 partecipanti. Questo numero, sebbene in crescita, non è sufficiente a coprire le spese. La sola organizzazione dell’evento richiede un investimento minimo di 300.000 euro, cifra che non può essere sostenuta solo dalle iscrizioni. Anche ipotizzando che tutti i partecipanti paghino la quota intera di 100 euro, si raggiungerebbe solo un introito di 250.000 euro.
Il ruolo degli sponsor e delle istituzioni
Un altro fattore chiave riguarda l’importanza del supporto economico. Gli sponsor, siano essi privati o istituzionali, rivestono un ruolo fondamentale nel garantire la sostenibilità degli eventi. Negli ultimi anni, molte aziende hanno ridotto i budget destinati alla comunicazione, influenzando negativamente la capacità di sostenere manifestazioni come la Dolomiti Superbike. Ploner ha sottolineato la mancanza di un supporto adeguato da parte delle istituzioni e degli sponsor, evidenziando come questa carenza possa compromettere la sicurezza e la qualità dei servizi offerti ai partecipanti.
Le prospettive future per la mountain bike
In seguito all’annuncio della chiusura, Ploner ha proposto un’idea per mantenere vivo lo spirito della Dolomiti Superbike. Ha menzionato la possibilità di organizzare una social ride. Questa formula potrebbe attrarre un numero maggiore di ciclisti, richiamando il successo di eventi come il Gravel Rebound, che ha visto una partecipazione straordinaria a livello globale. Sebbene il formato sia differente, l’idea di creare un evento che possa durare tutto l’anno, con percorsi disponibili ogni giorno, potrebbe rappresentare una nuova opportunità.
Riflessioni sulla situazione attuale
La chiusura della Dolomiti Superbike rappresenta un segnale preoccupante per il mondo del ciclismo. Mentre alcuni possono interpretare questa notizia come un’opportunità per criticare i costi delle biciclette e delle gare, gli appassionati di questo sport percepiscono la gravità della situazione. Il mercato della mountain bike si trova attualmente in crisi, e le cause non si limitano al prezzo elevato delle attrezzature. Le sfide economiche globali, unite a cambiamenti nelle preferenze dei ciclisti, stanno modificando profondamente il panorama della mountain bike.
La Dolomiti Superbike ha chiuso un capitolo significativo nella storia delle gare di mountain bike. La sua assenza si farà sentire e solleva interrogativi sul futuro del ciclismo. È fondamentale individuare nuovi modelli e approcci per attrarre ciclisti e sponsor, al fine di garantire che eventi simili possano prosperare in un contesto in continua evoluzione.





