Il settore auto ha iniziato oggettivamente la fase di rilancio e di rinascita rispetto alla crisi che l’ha attanagliato fono a pochi mesi fa e dallo scorso anni si può affermare concretamente che, soprattutto in Italia, registra una crescita.
Crescita significa maggiori introiti per le case automobilistiche ma anche per tutto il settore indotto, che segue e va di pari passo col settore automotive. Basti pensare, tanto per fare un esempio, ogni 10 addetti impiegati nel settore auto, ve ne sono altri 20 che in settori collaterali “vivono” grazie a quei 10.
Molti di questi nuovi intoiti devono essere reinvestiti proprio per dare linfa nuova al settore e al mercato e il campo migliore per poter reinvestire denaro è la ricerca e sviluppo. Tecnologia, sicurezza, meccanica, elettronica, sono tutti i principali campi che ricevono investimenti non soltanto dalle case automobilistiche ma anche dalle aziende ad esse correlate.
A livello europeo, al primo posto della classifica dei maggiori investimenti in ricerca e sviluppo nel settore automotive, si trova la Germania, forte soprattutto delle tante case automobilistiche di cui tale nazione “detiene” la paternità, diretta o indiretta: sul totale degli investimenti in ricerca delle aziende tedesche, oltre il 32% riguardano il settore dell’automobile, con un impatto pari all’11% del Pil tedesco.
L’Italia si colloca in seconda posizione, grazie non tanto direttamente a Fiat, ma soprattutto a quelle aziende che nel settore auto sono fondamentali e magari lavorano dietro le quinte, oltre ovviamente alle case automobilistiche quali Ferrari e Lamborghini ad esempio. Sul complessivo nazionale, il 12,5% degli investimenti riguarda aziende nel settore automobilistico, corrispondente a quasi il 5% del Pil come valore investito.
Francia e Spagna sono nettamente più indietro: i transalpini investono nel settore auto una percentuale indicativa poco superiore all’8% degli investimenti nazionali, mentre quasi la metà la Spagna.
