A differenza di altre forme di assicurazione, l’Rc auto è obbligatoria per legge, come stabilito dal Codice delle Assicurazioni Private (D.Lgs. n. 209/2005), e serve a garantire il risarcimento dei danni causati a terzi in caso di incidente.
Ma dietro la semplice idea di “copertura obbligatoria” si nasconde una struttura economica articolata, basata su classi di merito, coefficienti di rischio e formule contrattuali complesse per un comune automobilista.
Uno degli elementi centrali di questo sistema è il cosiddetto bonus-malus, un meccanismo premiante o penalizzante che regola la variazione annuale del costo della polizza in base alla condotta di guida dell’assicurato. Chi non causa incidenti beneficia di sconti e scende di classe, mentre chi provoca sinistri subisce un aumento. Per approfondire, è possibile consultare la guida dedicata al sistema bonus-malus su Assicurazione.it, utile per comprenderne tutte le dinamiche.
Il sistema bonus-malus e le classi di merito
Il sistema bonus-malus è regolato dal D.M. 11 aprile 2008 e applicato a tutti i contratti di assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile auto. Ogni assicurato appartiene a una classe di merito, da 1 a 18, che rappresenta il livello di rischio riconosciuto dalla compagnia. Tutti partono, salvo eccezioni, dalla classe 14. Se durante l’anno non si verificano incidenti con responsabilità principale o paritaria, si passa a una classe inferiore (bonus); in caso contrario, si sale di due classi (malus).
Il principio è quello di premiare la guida prudente e disincentivare comportamenti rischiosi. Le compagnie utilizzano queste informazioni per calcolare il premio annuale, che può variare sensibilmente da una classe all’altra.
In aggiunta, grazie anche alla Legge Bersani (D.L. 40/2007, art. 5), è possibile ereditare la classe di merito da un familiare convivente che possiede un veicolo assicurato, agevolando soprattutto i neopatentati.
Alcune compagnie offrono anche la formula del bonus protetto, una clausola opzionale che permette di mantenere la propria classe di merito anche dopo il primo sinistro con colpa, evitando l’aumento immediato del premio. È una forma di tutela che conviene soprattutto a chi ha una storia assicurativa pulita e desidera evitare oscillazioni di prezzo dovute a episodi isolati.
Come viene definito il rischio assicurativo
Oltre alla classe di merito, le compagnie definiscono il premio in base a una serie di parametri tra cui figurano l’età, l’esperienza di guida, il tipo di veicolo, la residenza e persino l’uso del mezzo (privato o professionale). Le compagnie, in sostanza, utilizzano modelli statistici e database condivisi (come l’Archivio Nazionale dei Veicoli e il Preventivatore IVASS) per calcolare il rischio effettivo associato a ogni assicurato.
L’IVASS, l’Autorità di vigilanza sul settore assicurativo, stabilisce le regole per la trasparenza dei contratti e la corretta applicazione delle tariffe. Ogni variazione del premio deve essere giustificata da dati oggettivi e comunicata in modo chiaro all’assicurato, che ha diritto di ricevere il preventivo standardizzato e il contratto tipo previsti dalla normativa vigente.
Massimali, franchigie e aspetti economici da conoscere
Dal punto di vista economico, la polizza Rc auto si compone di due elementi principali: il massimale e la franchigia. Il massimale è la somma massima che la compagnia è tenuta a versare in caso di danno. La franchigia, invece, rappresenta la parte del danno che rimane a carico dell’assicurato, qualora prevista. È più comune nelle garanzie accessorie, ma può comparire anche in alcune formule personalizzate di Rc auto.
Una franchigia alta riduce il costo del premio, ma comporta una maggiore spesa diretta in caso di sinistro; una franchigia bassa, al contrario, aumenta il premio ma garantisce un rimborso quasi totale.
Per la scelta della più adatta, quindi, non conviene quasi mai affidarsi al solo prezzo più basso: meglio leggere i documenti informativi e, in caso di dubbi, contattare un operatore prima di firmare.





