Le auto di Georgina Rodriguez: i gioielli della fidanzata di CR7

Auto Georgina Rodriguez, qui potete sapere quali auto della folta collezione di CR7 la compagna e modella ama maggiormente.

Georgina Rodriguez è una delle modelle più famose al mondo, una ragazza che conta numerossisimi follower sui principali social. Ai più è famosa per fare coppia con Cristiano Ronaldo. In questo articolo scopriremo quali auto della collezione del compagno utilizza più spesso.

Auto Georgina Rodriguez: Bugatti Veyron

Georgina è stata vista sui Social posare accanto alla Veyron di Ronaldo. Stiamo parlando di una delle auto più veloci di sempre. Ha per anni mantenuto il record di auto più veloce al mondo con una velocità massima di 407 km/h.

L’esemplare di Ronaldo è stato acquistato per una cifra superiore ad un milione e mezzo di euro e conta numerose personalizzazioni.

L’auto è equipaggiata con un motore W16 quadriturbo che sviluppa una potenza di 1001 cavalli.

Auto Georgina Rodriguez: Mercedes Classe G Brabus

Georgina ha regalato al suo fidanzato, in occasione del suo 35esimo compleanno, un’auto ma non si tratta di un’auto qualsiasi, infatti ha optato per una Mercedes Classe G Brabus.

Brabus è un noto tuner tedesco specializzato nella modifica di vetture della Stella a tre punte. L’elaborazione su questo modello lo ha portato a raggiugere la mostruosa potenza di 888 cavalli.

Auto Georgina Rodriguez: Mercedes GLE63 AMG

Georgina Rodriguez è stata paparazzata in giro per Torino e per altre città italiane a bordo di una Mercedes GLE63 MY 2020 di proprietà di CR7.

Stiamo parlando di una vettura capace di erogare 585 cavalli ed una coppia di 760 Nm.

L’esemplare in questione è dotato di numerosi optional tra cui i vetri oscurati, scelti dall’asso di Madeira per garantire la massima privacy ai membri della sua famiglia.

Stiamo parlando di un’auto che si può usare tutti i giorni, comoda per i lunghi viaggi ma anche sportiva all’occorrenza dato che è equipaggiata con un motore V8 Biturbo.

Qui altre collezioni di VIP:

Scritto da Filippo Imundi
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