Bermat GT: la Supercar da corsa “Made in Italy”

Bermat GT, il mondo delle hypercar è pronto ad accogliere una nuova casa italiana che punta direttamente al mondo delle corse.

Il nostro paese è da sempre patria di vetture sportive veloci. Sin dagli albori con Alfa Romeo passando per Ferrari e Lamborghini sino all’arrivo al termine dello scorso secolo di Pagani. Ora è arrivato un nuovo costruttore che ha pensato di realizzare la propria supersportiva dei sogni. In questo articolo vi parliamo della Bermat GT.

Bermat GT: le caratteristiche

La casa automobilistica, con sede a Rovereto, in provincia di Trento, prende il nome dalle iniziali del nome e cognome del suo fondatore ovvero Matteo Bertazzolo. La GT al momento disponibile solamente nella versione Pista, usabile solo in circuito è stata realizzata congiuntamente con JAS Motorsport ed il design è stato curato da Camal Studio.

Le forme si ispirano ad un oggetto proveniente da un altro pianeta, spazio quindi a linee futuristiche, ad un assetto basso ed un muso davvero affilato. Il tutto corredato dalla folta presenza di fibra di carbonio.

Il peso infatti è di soli 1.100 kg ed è conforme al regolamento FIA per la categoria nella quale andrà a correre.

Bermat GT: il motore

L’accoppiata motore e cambio, meglio definita con il termine inglese di Powertrain, della Bermat GT Pista è formata da un 2.0 4 cilindri posto longitudinalmente che è in grado di sviluppare una potenza che oscilla dai 320 ai 400 cavalli con una coppia massima di 450 Nm.

Passando alla trasmissione questa è di tipo sequenziale a 6 rapporti. Il tutto permette alla Bermat GT Pista di avere uno scatto da 0 a 100 in soli 4 secondi grazie anche alla presenza di un differenziale autobloccante.

Bermat GT: il prezzo

La società non ha fatto trapelare alcuna notizia in merito al prezzo d’acquisto di questa versione deputata al solo uso su pista.

E’ certo che uscirà nella prima metà del 2022 e a lei seguiranno la versione da corsa elettrificata e la versione GT endotermica omologata per la strada.

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Scritto da Filippo Imundi
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