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Il significato de “La Dolce Vita” di Fellini meglio non si poteva ripercorrere e costruire che con le auto che hanno personificato il film e la storia.
Il 2o gennaio 1920 nasceva Federico Fellini. Un genio del cinema ricordato a livello mondiale. Un regista in grado di cambiare l’immaginario cinematografico poiché era capace di manifestare attraverso contesti di vita reale, scenari che nessuno aveva mai osato portare sullo schermo prima. Un uomo per cui il sogno era la porta dell’anima ma anche una persona che agli esordi puntava a portare in scena una realtà quasi senza filtri. Uno dei film che tutti ricordano è sicuramente La Dolce Vita il perfetto spaccato di Italia anni ’60.
La Dolce Vita: le auto protagoniste
La Dolce Vita resta nell’immaginario collettivo principalmente per la scena in cui Anita Ekberg invita Marcello Mastroianni ad entrare nella Fontana di Trevi. Un punto di vista interessante per analizzare questa pellicola è sicuramente guardarla attraverso le auto che ne hanno scandito i ritmi. Può sembrare complicato poiché durante la visione siamo colpiti da altri dettagli ma in questo articolo-omaggio cerchiamo di puntare il nostro sguardo su di loro. Fellini per questo film ha puntato sul fatto che le auto fossero all’inizio del loro percorso per diventare un mezzo popolare e con quanto aveva a disposizione ha offerto allo spettatore un’ampia varietà di vetture provenienti sia dall’Europa, in particolare Italia ed Inghilterra, ma anche da oltre oceano.
Alfa, Autobianchi e Fiat: le Italiane
Nella pellicola vi è un grande sfoggio delle vetture prodotte dal nostro paese in quel periodo, in particolare dei marchi emblematici per il popolo come Alfa Romeo e Fiat. Un’auto simbolo è sicuramente la Giulietta Spider del 1955. Questo modello era di grande successo all’epoca e non solo allora. Si tratta di una vettura dal design unico che subito possiamo ricollegare al periodo e al marchio di Arese.
Altre automobili italiane presenti sono sicuramente l’Alfa Romeo 1.9 TI la 1.9 per l’epoca era considerata una vettura in grado di conferire a chi la possedeva uno status di ricchezza in quanto offriva si tanto spazio per gli occupanti, dato che era dotata di quattro porte, ma sapeva anche trasformarsi in berlina sportiva grazie al suo potente motore e agli interni lussuosi.
Un’altra auto particolarmente legata al film era sicuramente la Autobianchi Bianchina Trasformabile del 1957. La versione lussuosa della Fiat 500 con cui condivideva il telaio e la meccanica. La Bianchina era stata costruita solo con carrozzeria a tre volumi dotata di pinne posteriori, numerose cromature e di tetto apribile in tela.
Non mancano le Fiat, la casa torinese è presente nel film con la 1100 del 1954 in versione familiare e con la versione S del 1958. Ovviamente non poteva non esserci la vettura simbolo del periodo per il nostro paese che poi sarebbe diventata nostra ambasciatrice nel mondo: la Fiat 500 nel film è presente la versione B del 1948. La sua peculiarità era la testata in ghisa con valvole ad aste e bilanceri. Queste modifiche rispetto alle versioni precedenti le permettevano di raggiungere i 95 km/h di velocità massima mantenendo i consumi bassi per il periodo.
America con Cadillac, Chevrolet e Ford
Con ruoli di minor rilievo rispetto alle vetture italiane erano presenti auto americane come Cadillac Series 62 dotata di trazione posteriore e motore anteriore. Presenti poi una Corvette e due modelli di Ford famosi nel periodo ovvero la Thunderbird e la Fairlane.
La Dolce Vita: Inghilterra non da meno
Tre le auto inglesi presenti nel film a testimonianza di cosa era in grado di produrre il Regno Unito. Le auto in questione erano: una Jaguar XK 150 del ’57, una MG TD del 1950 e la più famosa una Triumph TR3 del 1958. La Triumph è per molti considerata la principale protagonista del film merito della scena in cui erano presenti Mastroianni e la Ekberg.
La vettura utilizzata nel film è stata venduta nel 2016 per una cifra pari a trenta mila euro. Il nuovo proprietario ha scoperto casualmente nell’elenco dei vecchi proprietari la presenza della Riama Film ovvero la casa di produzione della “Dolce Vita” di proprietà di Angelo Rizzoli. La prima targa di immatricolazione era “324229 Roma”quella della TR3 usata nel film.
Questa pellicola ha rappresentato la massima espressione della voglia di vivere presente nel nostro paese nel decennio a cavallo tra gli anni ’50 e ’60. Roma in quel periodo era la principale protagonista del cinema mondiale, merito di Cinecittà che stava acquisendo rilevanza nel mondo. La Dolce Vita e le auto che ne sono state parte resteranno per sempre vive nel ricordo collettivo e nel significato come testimonianza di un’Italia e di un benessere che sarà per sempre difficile da ritrovare.