Glorie d’annata giunge al diciottesimo episodio e abbiamo deciso di virare su un qualcosa di diverso rispetto al solito, infatti vogliamo dedicare questa puntata ad un veicolo commerciale che ha avuto un ottimo successo di vendite sia in Italia che nel resto del continente europeo, stiamo parlando di Fiat 900T.
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Fiat 900T: la sua storia
Fiat 900T è l’evoluzione del più vecchio Fiat 600T nato sulla base della Fiat 600 Multipla, il primo concetto di monovolume che negli anni ’60 motorizzò le famiglie italiane consentendo loro di muoversi senza dover preoccuparsi dello spazio.
Portiamo questa idea nell’ottica del lavoro ed ecco l’arrivo del 600T poi divenuto 850T nel 1964, grazie agli interventi sul telaio realizzati dalla OM. Il 1976 è l’anno di nascita del 900T il cui nome deriva dal nuovo motore da 900 cc. Il pianale è il medesimo dell’850T ma cambiano il frontale ed i cerchi, quelli della 127 ma con canale diverso.
Il motore aveva una potenza di 35 cavalli ed una testata di derivazione 127. Disponibile in 11 allestimenti, tra cui spiccavano il pulmino a 7 posti e il furgone a porte scorrevoli a battente o con tetto rialzato.
Naturalmente il 900T è stato oggetto di modifiche di svariati carrozzieri italiani, il più celebre è sicuramente il pick-up realizzato da Coriasco.
Termina la produzione nel 1986 venendo sostituito prima dal Ducato a passo corto e poi dal Fiat Talento anche se per vedere un qualcosa di simile in chiave moderna bisognerà attendere Fiat Scudo nel 1995.
Shango – il 900T Camper
Nel 1978 arriva la versione camper chiamata Shango che aveva la carrozzeria colorata secondo una delle tinte disponibili a catalogo ma il tetto in vetroresina di colore bianco.
In Inghilterra il progetto era stato chiamato Amigo e successivamente prese il nome di Pandora quando arrivò il 900E.
900T ad alimentazione elettrica – un timido passo nel futuro
Fiat 900T è stato anche realizzato con un motore elettrico, si tratta di un modello uscito nel 1979 e realizzato in collaborazione con Enel. Le batterie era da 135 Ah e furono posizionate sotto il pavimento.
Il motore aveva una potenza di 14 kW per una velocità massima di 60 km/h e l’autonomia nell’uso cittadino era pari a 55 km. Naturalmente era un mezzo pesante, complici le batterie, la bilancia si fermava a 1857 kg. Nel 1980 arrivò la versione dotata di ricarica a bordo.
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Le quotazioni sul mercato
Sul mercato italiano se ne trovano diversi in vendita, il prezzo oscilla da un minimo di 2.000 euro per esemplari da restaurare sino ad un massimo di 15.800 euro per un modello in stato eccellente.
La media di questo veicolo va dai 6.000 agli 8.000 euro per esemplari ben tenuti e pronti all’uso. Si tratta di un investimento di nicchia, utile a chi vuole ampliare la propria collezione con un qualcosa di molto particolare.