Motore Biturbo: come funziona e perché va di moda

Motore Biturbo, quando è nato e su quali vetture è stato montato nel corso della sua breve ma iper-suggesitva storia.

Le Supercar ed alcune hot-hatch pepate adottano attualmente i sistemi biturbo, in particolare un riferimento è Mercedes che lo ha adottato sulle vetture più spinte come le varie AMG in quasi tutte le declinazion,i per fornire maggiore potenza al già possente valore che quelle auto sanno regalare, anche se in questo caso si tratta di Twin Scroll. Dobbiamo però fare un passo indietro e scoprire dove tutto è iniziato.

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Fu brevettato da Subaru

L’idea di sfruttare la doppia turbina per fornire maggiore potenza al motore venne in mente a Subaru ad inizio anni ’90 quando in gamma la casa aveva la berlina Legacy.

Infatti quello che volle fare Subaru non fu mai più sperimentato da alcuna casa automobilistica, dato che sia BMW che Mercedes che adottano il termine Biturbo sulle auto di loro produzione fanno riferimento al monocompressore con il sistema twin-scroll.

Il sistema venne chiamato EJ-20 Twin Turbo, quindi l’architettura è quella del mitico EJ20 montato anche sull’Impreza di quel periodo ma con l’aggiunta delle due turbine.

Quando si parla di due turbine di solito si pensa ad una turbina grande ed ad un’altra di dimensioni ridotte in qualità di ausiliaria, nel caso di Subaru le turbine avevano più o meno la stessa grandezza ed erano posizionate in serie.

L’obiettivo era di garantire prontezza ai bassi regimi e molta potenza agli alti giri. Un concetto caro al turbo ma molto più estremizzato.

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Come funziona questo motore così particolare

Il sistema ideato da Subaru consisteva in una gestione complessa delle valvole e delle Westgate per far iniziare a lavorare il primo turbo dai 1.000 ai 4.000 giri ed il secondo che avrebbe lavorato dai 4.500 sino alla zona rossa.

A livello sperimentale questo sistema aveva il grande difetto di generare una pesante caduta di pressione dai 4.000 ai 4.500 giri che venne definita “la valle della morte”.

Il motore nella sua prima configurazione sviluppava 246 cavalli e a fine ciclo arrivò ad averne 276. A causa delle complicanze di elaborazione molti preparatori decisero di passare al turbo singolo.

La Subaru Legacy B4, ultima auto a montarlo fu, nonostante questa problematica, una delle berline più apprezzate in Giappone.

Porsche provò a seguirne la strada con la 993 Turbo ma con la nuova 718 tornò al turbo singolo, destinando definitivamente all’oblio questa idea tanto suggestiva quanto complicata.

Scritto da Filippo Imundi
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