Greta Thunberg e il nuovo regolamento F1 fatto su misura per lei

La F1 punta ad attrarre i giovani puntando su stile e sostenibilità.

Greta Thunberg e F1. Abbinare il nome di Greta alla Formula 1 è strano, abbiamo in mente Greta che gira il mondo, ovviamente con qualcuno di importante a coprirle le spalle, per cercare di renderlo più sostenibile. Anche la F1 gira il mondo con lo scopo di far appassionare le persone ad uno sport in cui la sostenibilità non è il principale interesse, sia per il dispiegamento economico utilizzato che per i carburanti usati che inquinano molto. I nuovi regolamenti renderanno lo sport più sostenibile, anche la F1 ha subito l’ “effetto Greta”.

Greta Thunberg F1: come cambia lo sport

Ogni generazione ha il proprio periodo, con tutti pro e i contro. Quello che bisogna fare è adeguarsi ai cambiamenti. La Formula 1 ha attraversato importanti cambiamenti, sia regolamentari che motoristici. Sarà pronta a farlo nuovamente con il regolamento 2021. Un regolamento che farà discutere gli appassionati soprattutto per le forme delle monoposto e per la loro tecnica ma che indubbiamente ha un obiettivo: far tornare la passione alla giovani generazioni.

Come riuscirci efficacemente? Basta puntare sulla sostenibilità e su uno stile che li possa attrarre. Spazio quindi a forme futuristiche, senza dare più grande importanza all’aerodinamica, (sempre presente ma meno invasiva) e a motori sostenibili (per fortuna non ancora elettrici). Già dal 2014 la categoria regina aveva intrapreso questa strada, abbassando la cubatura a 1600cc e passando dai V8 aspirati ai V6 Turbo.

Con queste nuove regole sta proseguendo per quella strada. Ora una monoposto per completare un Gran Premio utilizza poco più di 100 chili di carburante, percorrendo 300 km con meno di 82 litri di benzina. Un salto spaziale se si pensa che prima i piloti si portavano dietro 250-280 litri, praticamente le auto erano delle bombe su ruote. I motori erano altamente inquinanti (es. il Cosworth il motore tipo dei “garagisti” secondo Enzo Ferrari, che nonostante fosse un V8 a differenza del V12 Ferrari percorreva nemmeno 1 km con un litro).

Chi scrive ha subito il passaggio dai V10 ai V8, e dai V8 al V6 Turbo. Tutti passaggi traumatici perché hanno significato cambiare il modo di vedere questo sport. Non resta che la nostalgia per quei tempi. Dobbiamo prendere atto di questa nuova visione del mondo e perché no, sperare che qualche bambino/ragazzo grazie a questa ventata di sostenibilità si appassioni alla Formula 1.

Scritto da Filippo Imundi
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