La prossima Bugatti sarà ufficialmente un ibrido

Il discendente della Chiron sarà un ibrido, ma avrà un motore a combustione molto interessante.

Bugatti è stata recentemente rilevata da una joint venture condivisa tra Porsche e Rimac, quest’ultima con una quota di maggioranza. Il produttore croato, che non aveva più di 10 dipendenti nel 2011, è ora diventato un attore importante nel settore automobilistico, e la responsabilità per il futuro di Bugatti pesa molto sulle spalle del capo, Mate Rimac.

Sta parlando di un futuro più tecnologico… senza il W16.

Bugatti: prima ibrida, poi elettrica

Mate Rimac ha confermato che la prossima Bugatti sarà “altamente elettrificata”, ma non elettrica. Questo sarà l’argomento di una seconda tappa, “un giorno, ma non oggi”. L’altra notizia è che il W16 sarà abbandonato. Rimac riconosce umilmente che non può permettersi di investire miliardi di euro come il gruppo Volkswagen. Quindi dobbiamo fare affidamento sulla promessa di future auto ‘one-off’, costruite interamente con parti progettate in-house e quindi non condivise.

Il discendente della Chiron sarà un ibrido, ma avrà “un motore a combustione molto attraente”, secondo il boss croato. Aggiunge che questa unità termica sarà interamente progettata in Croazia nella nuova sede della Rimac. Questo è un bel compito per l’azienda croata, che non ha mai sviluppato un motore a combustione fino ad ora. Non sarebbe quindi sorprendente se il produttore fosse strettamente sponsorizzato da Porsche, un co-azionista, in questa avventura dove non sono ammessi passi falsi.

bugatti ibrida

Un piccolo, grande futuro

Resta il fatto che Rimac è diventato in pochi anni il “beniamino” dei marchi prestigiosi: il piccolo produttore realizza batterie ad alte prestazioni per Koengisegg, Aston Martin (Valkyrie) ma anche il gruppo Volkswagen. Per il suo fondatore, è stato molto complicato conciliare lo sviluppo di una nuova supercar (Nevera) garantendo la stabilità finanziaria del suo marchio, che è dovuto più allo sviluppo di tecnologie (motori, batterie, piattaforme…) che all’auto stessa.

Mate Rimac ricorda giustamente: “Ho capito che gli investitori non vogliono scommettere sulle supercar”. Rimac, come altri, ha quindi dovuto diversificare fin dall’inizio e distinguersi offrendo qualcosa di diverso che i grandi nomi del lusso e delle auto sportive non avessero. Questo è il suo più grande punto di forza.

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Scritto da Sabrina Rossi
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