Addio ai motori diesel nel 2022

A partire dal 2022 il gruppo Fca sembra che voglia abbandonare l'utilizzo dei motori a diesel. Saranno esclusi da ciò i veicoli commericiali.

Marchionne, in occasione del piano industriale da presentare a Giugno, sembra che voglia abbandonare la via dei motori diesel. Il gruppo punterà molto sulla benzina e sull’ibrido, tecnologia che alimenta le automobili grazie ad una sinergia tra benzina e motore elettrico.

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FCA rinuncia ai diesel dal 2022

Il gruppo FCA, a partire dal 2022, sembra sempre più proiettato verso un’abbandono totale dei propulsori alimentati a gasolio. Questa scelta è stata dettata da alcune tendenza di mercato che vedono la domanda di questo tipo di combustibile in ribasso. Oltre che la domanda calante, ci sono anche dei problemi legati ai costi. I motori a diesel necessitano del sostenimento dei costi per far si che rispettino degli standard di inquinamento dettati da norme sia europee che americane.

La decisione riguarda tutti i marchi facenti parte del gruppo, ovvero Fiat, Alfa Romeo, Jeep, Ram, Dodge e Chrysler. I veicoli commerciali americani però non saranno colpiti da tutto ciò, salvo quindi i Ram 1500.

Perché si vuole abbandonarli

Perché si è deciso di abbandonarli se ad un primo sguardo sono meno inquinanti? In realtà i motori che utilizzano il diesel per funzionare solo apparentemente rispettano di più l’ambiente. In concreto si parla di emissioni di CO2 inferiori di circa il 10-15% rispetto ai comuni benzina.

Diesel

Ciò che colpisce sono le altre sostanze che escono dai tubi di scarico dei motori diesel, infatti essi producono più ossido di azoto e polvere sottili. Queste ultime sono prodotte in misura 1000 volte superiore alla benzina. Le polveri sottili sono molto nocive e si disperdono facilmente nell’aria. Proprio per questo motivo tutti i veicoli diesel moderni sono dotati di un filtro anti particolato, FAP, dispositivo installato al termine del tubo di scarico. Questi filtri sono in grado di abbattere fino a 7 volte il livello delle polveri sottili emesse nell’atmosfera. Il problema che affligge tali filtri è che non sono in grado di lavorare al loro meglio se il motore viene utilizzato solo per brevi tratti. Per un corretto funzionamento dello stesso si ha bisogno del raggiungimento di determinate temperature. La situazione che emerge per i motori a gasolio non è delle migliori.

Un punto chiave che spiega il minor consumo è che il diesel sprigiona più energia per unità di combustibile. Il difetto è nella loro rumorosità e il fatto che, rispetto ai rivali a benzina, sono più pigri in termini di prestazioni. Ultimamente i prezzi dei due non si discostano così tanto da giustificare un esborso iniziale in media di 2-3000 euro più alto. Alla luce di tutto ciò ha ancora senso comprare o investire soldi per lo sviluppo dei propulsori diesel?

Toyota diesel free

Non solo la FCA ha optato per l’abbandono del diesel, anche Toyota sembra andare verso questa direzione. La casa giapponese ha sempre avuto a cuore la vicenda dell’ibrido, infatti, furono i primi a mettere in commercio un’automobile ibrida. Si parla della Toyota Prius presentata nel 2005. La loro campagna di abbandono del diesel si chiama diesel free. Rispetto ad FCA, Toyota ha rimosso parte dei motori diesel dal primo Gennaio 2018. I modelli che sono stati colpiti sono la Yaris, il Rav4 e la Auris. Anche la Volvo ha dichiarato che dal 2019 avrà in listino solamente veicoli elettrificati ovvero o ibride o elettriche.Tutto ciò condannerà il diesel alla fine della sua carriera? I numeri dicono che non sparirà del tutto ma di certo non lo vedremo crescere.

Scritto da alice Sacchi
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