Piano urbano mobilità: interventi e progetti

Strumento messo a disposizione dei comuni, il piano urbano moblità (PUM) prevede adeguati progetti relativi al sistema territorio-trasporti

Il piano urbano mobilità (PUM) è uno strumento volontario con il quale tutti i comuni d’Italia possono investire in infrastrutture. Ha quindi come obiettivo quello di migliorare la mobilità attraverso l’utilizzo di risorse e innovazioni gestionali che garantiscono una limitazione del traffico e una riduzione dell’inquinamento.

Il piano urbano mobilità si estende per un periodo di circa 10 anni, entro i quali tutti i comuni che hanno accettato di parteciparvi, dovranno dimostrare le migliorie apportate (su scala urbana, metropolitana o sovracomunale).

Il PUM fa riferimento all’art. 22 della lefgge 340/200 (piani urbani della mobilità) ed è stato approvato dalle regioni e dagli enti locali nella conferenza del 14 ottobre 2002.

Potenziamento mezzi pubblici

Il piano urbano mobilità prevede come primo punto quello di disincentivare l’utilizzo dell’automobile in modo da regolare il traffico e ridurre l’inquinamento.

Per raggiungere questi obiettivi, gran parte dei comuni punta forte al potenziamento dei mezzi pubblici. Questo processo tende a intensificare il trasporto pubblico in periferia, privilegiando i collegamenti interni ai quartieri e verso il centro, nonché migliorare e velocizzare gli spostamenti.

Inoltre, sarà più semplice e diretto il collegamento con le linee dei lunghi spostamenti come metropolitane e stazioni ferroviarie.

Per realizzare tutto questo, il piano urbano mobilità, dovrà soddisfare il fabbisogno della popolazione attraverso un aumento di sicurezza del trasporto e della circolazione stradale. In più, dovrà favorire un miglioramento delle infrastrutture stradali (particolare attenzione alla viabilità) ed un aumento dei mezzi di trasporto pubblico.

Limitazione traffico

L’utilizzo sempre più frequente di mezzi pubblici, porterà un massiccio calo di utilizzo dell’auto. Ma non basta. Il piano urbano della mobilità prevede una limitazione del traffico, mediante un miglioramento delle infrastrutture stradali. In particolare in quelle zone dove occorre intervenire per regolarizzare il flusso di veicoli.

Nel PUM sono ancheprevisti incentivi per quanto riguarda il trasporto collettivo che, oltre ai mezzi publici e taxi, potrà beneficiare di soluzioni alternative come il il car pooling e il car sharing.

Il minore utilizzo di auto, abbinato al sempre più frequente impiego di mezzi di trasporto collettivo serviranno senza dubbio a limitare il traffico e, di conseguenza ridurre il livello d’inquinamento.

Inquinamento

Tra gli obiettivi del piano urbano mobilità c’è l’abbattimento degli alti livelli di inquinamento atmosferico e acustico. Nel rispetto degli accordi internazionali e delle normative comunitarie e nazionali, in materia di riduzione delle emissioni inquinanti.

Tutto questo sarà reso possibile da un maggior utilizzo di mezzi pubblici, di trasporto collettivo e dal minor impiego di auto di proprietà.

Tuttavia, nonostante le buone intenzioni, i comuni devono deve affrontare in modo più incisivo il problema legato alle moto e ai motorini.

Tante associazioni italiane hanno presentato diversi studi che evidenziano come, a parità di chilometri percorsi, i ciclomotori possono risultare più inquinanti rispetto alle auto. Non si ravvede quindi l’esigenza di incentivare questa forma modale di trasporto, anche in misura maggiore rispetto alle biciclette.

E proprio sul tema delle piste ciclabili, si segnalano le prime divergenze. I comuni dovrebbero aumentarne il numero e in particolare la qualità. Invece il piano urbano mobilità prevede in dieci anni una crescita modesta (circa il 2%), in controtendenza con le principali città europee, molto più sensibili al tema inquinamento.

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