Fernando Alonso: la storia e la carriera di un mito delle quattro ruote

La carriera di Fernando Alonso, il fuoriclasse spagnolo che dopo due mondiali vinti e tre anni di assenza torna in F1 alla guida del team Alpine

Dopo l’arrivederci dato al mondo della F1 nel Gran Premio di Abu Dhabi del 2018, Fernando Alonso questa stagione, che inizierà in Bahrain, tornerà al volante della monoposto del neonato team Alpine, che prenderà il posto della scuderia Renault.

A quasi quarant’anni, il pilota spagnolo è molto determinato e ha deciso che non è ancora arrivato il momento di appendere il casco al chiodo. Il suo obiettivo sarà quello di arrivare davanti al suo compagno di squadra Esteban Ocon e provare a tornare a una vittoria che gli manca dal GP di Barcellona 2013.

I primi anni di Fernando Alonso in F1 e i successi

L’esordio di Fernando Alonso avvenne nel mondiale 2001 alla guida della Minardi. Con il team di Faenza lo spagnolo non conquistò punti a causa della mancata competitività della vettura, ma si distinse per alcune buone qualifiche e per aver sempre battuto, anche di parecchio, il suo compagno di scuderia Alex Yoong.

Flavio Briatore notò il suo talento e decise di puntare su di lui, dapprima come collaudatore e nel 2003 alla guida della Renault. La prima stagione con una monoposto di buon livello si concluse con risultati sorprendenti: sesto posto in classifica e soprattutto quattro podi, tra cui un successo a Budapest sul circuito dell’Hungaroring. L’annata successiva fu altrettanto soddisfacente: arrivarono un quarto posto finale nella classifica piloti e altri quattro podi. La scuderia anglo-francese continuò nel suo percorso di crescita e anche il palmares di Fernando Alonso ne beneficiò. Il 2005 e il 2006 furono due stagioni strepitose e si conclusero con la doppietta per Alonso e Renault dei mondiali piloti e costruttori.

Archiaviata questa fortunata parentesi, il pilota spagnolo si trasferì in McLaren, ma i rapporti con il team di Woking furono piuttosto tesi, soprattutto con il suo compagno di squadra, l’astro nascente del circus Lewis Hamilton. Tra i due si ricordano alcune scaramucce, tra cui quella nel Gran Premio di Ungheria, dove Alonso, per cercare di penalizzare il pilota inglese sulla griglia di partenza, rimase fermo a lungo nella piazzola dei box con Hamilton subito dietro, in modo tale da non permettergli l’ultimo tentativo per la pole. Il suo campionato si concluse al terzo posto, un solo punto dietro al vincitore del mondiale Kimi Raikkonen.

Fernando Alonso decise di tornare in Renault, ma la vettura non fu più quella che aveva lasciato, vincente e ai limiti della perfezione. Nei due anni in Renault lo spagnolo raccolse solamente due successi e un paio di piazzamenti sul podio.

Il 2010 rappresentò la svolta: Alonso decise di firmare per la Ferrari, convinto di poter tornare l’assoluto protagonista. Ma anche in questo frangente l’addio alla “Scuderia madre” Renault non gli portò bene. Se in McLaren dovette confrontarsi con Hamilton, con la Rossa fu un altro nastro nascente, Sebastian Vettel, a rovinargli i piani. Per due volte (2010 e 2012) Fernando Alonso andò vicino alla vittoria del mondiale, ma il giovane tedesco alla guida della Red Bull la spuntò in entrambi i casi e dominò la scena per quattro anni.

Tornò in McLaren nel 2015, quando ormai l’epopea delle Frecce d’Argento era terminata. In quattro stagioni, a causa della carente affidabilità della vettura, collezionò pochi punti e parecchi ritiri.

L’avventura nella 500 miglia di Indianapolis e il ritorno in F1

Abbandonato il circus della F1 Fernando Alonso decise di partecipare nel 2019 alla 500 miglia di Indianapolis a bordo di una McLaren Racing, ma i risultati non furono positivi e Alonso, non riuscendo a superare le qualifiche, venne escluso dalla gara. Ci riprovò l’anno seguente e questa volta andò meglio: qualifica superata e 21esimo posto finale.

Il 2021 è l’anno del ritorno in Formula 1. Le premesse però al momento non sembrano ben auguranti. Mentre si stava allenando in bicicletta a Lugano, Alonso è stato infatti investito da un auto. Il recupero dall’incidente potrebbe essere più lungo del previsto e fargli saltare la prima parte del campionato.

Scritto da Mattia Prina
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