Autovelox privatizzati: primi veicoli in servizio dal 1° ottobre

Quando sarà il turno dell'Italia?

I primi autovelox privatizzati sono entrati in servizio venerdì 1 ottobre sulle strade del dipartimento del Basso Reno (Francia). Alla fine, 39 veicoli di questo tipo, sempre gestiti dalla società Mobiom, circoleranno in tutta la regione del Grand-Est.

Senza fare rumore, gli autovelox privatizzati compaiono ormai in tutte le regioni della Francia e in tutti i suoi dipartimenti. L’ultimo è il Basso Reno, dove diversi veicoli non segnalati, guidati da autisti privati, saranno sulle strade di questo dipartimento senza sapere dove precisamente. Tuttavia, Strasburgo e la sua periferia sono inevitabilmente interessati.

Autovelox privatizzati: risparmiare tempo

È la prefettura che lo ha annunciato ufficialmente in queste ultime ore, ricordando che queste auto private permetteranno “di risparmiare tempo per le forze dell’ordine e di far rispettare i limiti di velocità estendendo le fasce orarie di circolazione di questi veicoli sulle strade più soggette a incidenti”.

E i soldi?

Un’azione pragmatica, quasi altruistica? Non sappiamo ancora nulla sulla manna finanziaria di questo progetto. Ciò è dovuto soprattutto agli inevitabili semafori che queste auto difficili da individuare produrranno ogni giorno.

Infine, ricordiamo che come sulle altre strade della Francia dove circolano da allora, le auto radar private hanno una tabella di marcia calibrata dai servizi dello Stato (e non modificabile dall’autista o dall’impresa privata) riguardante i loro percorsi e le loro fasce orarie.

autovelox privatizzati dettagli

Ad ogni modo, soprattutto qui in Italia, esistono delle app in grado di rilevare la presenza di Autovelox nei paraggi. C’è una differenza con gli autovelox mobili: quest’ultimi, infatti, hanno la stessa funzionalità degli autovelox fissi, misurando la velocità del mezzo durante il passaggio dell’auto con la presa fotografica della targa. Possono essere montati sulle auto civette, a differenza degli autovelox fissi che rimangono in pianta stabile nella stessa posizione.

I Videovelox sono particolarmente insidiosi perché riescono a rilevare la velocità anche in movimento, calcolando la velocità delle macchine in rapporto al tachimetro dell’auto di pattuglia su cui si trovano.

Scritto da Sabrina Rossi
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